ACCESSO
Venendo da Sperlonga, poco prima di Gaeta una freccia a destra indica SERAPO: svoltare. Si percorre tutta la bella strada panoramica che scende nella baia, costeggia gli stabilimenti, e risale al Santuario della Montagna Spaccata. Si parcheggia poco prima del santuario. Per arrivare alle vie occorre entrare nel cortile del santuario (cancello nuovo ad apertura automatica) ed uscirne sulla sinistra (cancello vecchio ad apertura manuale). Il cancello vecchio è solitamente sempre aperto, quello nuovo lo è solo dall’alba al tramonto. [In caso di “notturne” occorre scavalcare (illegale, e poco igienico) oppure ricorrere all’accesso alternativo lungo la strada per Gaeta vecchia e la polveriera Carolina]. Passare per il cancello vecchio ed incamminarsi lungo la sterrata. Al quinto tornante (indicazione “belvedere”) c’è un sentiero che conduce a un bel punto panoramico (vista notevole sulla Via Croce del Sud, deviazione interessante, poi tornare alla sterrata). Al settimo tornante (indicazione “climbing”) si prende una traccia che in una cinquantina di metri porta a un’evidente piazzola sotto la quale c’è il primo ancoraggio della Via dei Camini. A Gaeta, per qualsiasi via, oltre ad esperienza di falesia è necessaria esperienza di montagna, sia per la lunghezza degli itinerari, sia per la difficoltà aggiuntiva data dall’unto salmastro sulla roccia. Inoltre, alcuni articoli del 2012 apparsi sulla stampa specializzata basati su esperienze in Sardegna di Maurizio Oviglia ed a Kalymnos di vari climber, hanno sollevato l’attenzione sul fatto che un fittone resinato in ambiente marino non è da considerare a prova di bomba, per cui è vivamente raccomandato di effettuare la progressione a norma (NON fare sosta su un solo anello). Per tutte le vie qui descritte il consiglio (da valutare soggettivamente) è di partire dall’automobile senza zaino, con scarpette ed acqua all’imbrago, e lasciare le scarpe da avvicinamento tra i cespugli all’attacco della Via dei Camini. Tutte le soste delle vie qui descritte sono a spit o fittoni resinati, da collegare con ghiere e cordino (se invece è presente anche la catena ciò è esplicitamente indicato). Curiosità: spit è un acronimo, sta per Société de Prospection et d’Inventions Techniques, azienda francese tra le prime a produrlo.
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Le foto, che non necessariamente si riferiscono alla via descritta, si devono tutte alla cortesia di Emiliano Della Bella.
VIA DEI CAMINI
È la prima via, aperta negli anni ’50 dal grande Gigi Mario dal basso, con protezioni alpinistiche. Oggi è di fatto utilizzata solo per le calate in corda doppia. Con una corda singola da 70 (settanta) metri le calate sono quattro; 10 metri, 35 metri, 25 metri, 30 metri. Con due mezze corde le calate sono invece due (10+35 e 25+30; sconsigliato effettuare le prime tre lunghezze con un’unica calata, si arriva al pelo e le corde sono difficili da recuperare). Tutte le soste sono dotate di catena ed anello di calata, e sono molto comode. In ampi tratti delle doppie non si poggiano i piedi sulla parete, e ci si cala nel vuoto. L’arrivo è a pochi metri dall’acqua, molto comodo, sono presenti numerosi spit collegati tra loro da un cordone.
VIA DELLO SPIGOLO (5B, 125 metri)
È la via più nota e ripetuta, cinque tiri di quinto continuo da non sottovalutare. Le protezioni sono tutte con fittoni resinati (sia le soste sia i rinvii) e questo, tra l’altro, permette di distinguerla bene dalle vie a sinistra e destra, che invece sono con spit. Dalla base della Via dei Camini, spalle al mare, ci si sposta verso destra con un breve traverso di alcuni metri, fino al terrazzino ai piedi dello spigolo (poco sopra c’è una piastrella quadrata color ocra stuccata nella roccia). La via che percorre integralmente lo spigolo è la famosa e bellissima Via Croce del Sud; la Via dello Spigolo percorre invece solo i primi dieci-dodici metri dello spigolo, poi si sposta sulla destra. Servono 10 rinvii, ghiere, fettucce/cordini. Inutili friend e dadi. Ottimamente attrezzata. Tanto il rumore del mare quanto un certo zig-zag nello sviluppo rendono sconsigliabile accorpare i tiri.
Tiro 1, 5B, 20 metri. Si sale per lo spigolo fino ad una evidente fessura orizzontale scura nella roccia, ove si mettono le mani spostandosi in traverso (è il passo delicato) verso destra, fino a trovare buoni piattoni per le mani (in alto a destra) e quindi riprendere a salire in diagonale sempre verso destra, fino alla sosta (appesa) su cengia evidente.
Tiro 2, 5B, 35 metri. Tiro di non immediato orientamento, visto che si incrociano diverse altre vie. Ricordare: ignorare gli spit. Si sale obliquando verso sinistra fino ad una esile cengia, qui si traversa per diversi metri verso destra, quindi si sale verso un fittone resinato tanticchia alto e lontano, per entrare nell’evidente diedro che dà la linea alla via. Puntare al piccolo tetto scuro semicircolare (il tetto è visibile fin dalla prima sosta, anche se da lì appare triangolare). Nella nicchia sotto il tetto è la comoda sosta. Per il diedro passano i prossimi due tiri.
Tiro 3, 5A, 25 metri. Con atleticità ci si innalza (buone maniglie, ma unte) sopra il compagno che fa sosta, e si obliqua sulla destra, restando il più esterni possibile, e proseguire poi a tratti nel diedro a tratti sul filo dello spigolo, fino ad arrivare alla sosta, esposta.
Tiro 4, 5B, 25 metri. Si scala tutto il diedro, in prevalenza sul lato destro, fino ad arrivare alla sosta più panoramica della via, di fianco ad un meraviglioso sobrio vecchio ginepro.
Tiro 5, 5A, 20 metri. Salire la parete sopra la sosta, cercando di non appendersi al masso incastrato, non si sa quanto solidamente incastrato… Si prosegue alla sinistra del masso (che alcuni passano sotto, altri di fianco, altri sopra) raggiungendo una larga cengia che conduce alla base di un ultimo diedro/muretto: una volta superato, la via è finita. Alcuni metri più sopra, sulla destra (pilastro) c’è la sosta: utilizzare direttamente, o allungarsela per stare più comodi.
VIA BEATRICE (5C, 140 metri)
È l’altra via “facile” di Gaeta. Ha un solo singolo passo di 5c, per il resto è meno impegnativa della Via dello Spigolo. La via è stata aperta da Riccardo Innocenti e dedicata alla figlia. Dalla base della Via dei Camini, spalle al mare, ci si sposta verso sinistra con un traverso di circa quindici metri, fino ad un’ampia terrazza orizzontale. Sulla destra è visibile in alto il tetto della Via Anna Maria Sallusti, sulla sinistra un meraviglioso enorme pilastro staccato dalla parete principale. La Via Beatrice va a infilarsi proprio a destra del pilastro. Servono 10 rinvii, ghiere, fettucce/cordini. Inutili friend e dadi. Ottimamente attrezzata. Splendidi scorci sulla Grotta del Turco.
Tiro 1, 5C, 40 metri. Delle “soste” presenti sull’ampia terrazza orizzontale quella al centro è la partenza della via: rinviarci, e salire i primi gradoni, puntando al pilastro. Salita una paretina (passo di 5C) con buoni appigli, si esce su un terrazzino, dove è la sosta. Conviene che la sosta sia qui perché così la corda fila dritta e non si muovono sassolini.
Tiro 2, 5A, 30 metri. Si traversa per cinque metri verso destra, giungendo in un antro. Nell’antro c’è anche una sosta, che può tornare utile volendo spezzare il tiro. Rinviare lungo per evitare problemi di attrito e proseguire risalendo lo spigolo della paretina sulla sinistra, fino ad una forcella. Sosta su ampia terrazza.
Tiro 3, 5A, 35 metri. Si sale la parete obliquando verso sinistra, fin sotto dei canaponi legati a clessidre. Da qui si va nettamente a sinistra, attaccando il grande camino. È sempre affascinante vedere come, a seconda dell’altezza del climber, la spaccata per “entrare” nel camino avvenga prima o dopo. La risalita del camino è molto bella ed alpinistica, e conviene essere da secondi per farsi scattare una foto: con il mare blu dietro e l’estensione della spaccata, solitamente vengono foto molto efficaci. Dopo circa cinque metri di camino c’è la sosta.
Tiro 4, 4B, 35 metri. Si risale il camino fino ad entrare in un grande buco, ennesimo elemento di varietà della via. Si esce tenendosi sulla sinistra. Sosta ad un albero (cordone intorno al tronco).
VIA CROCE DEL SUD (6B, 115 metri)
È la via simbolo di Gaeta, per la linea perfetta sullo spigolo e la grande esposizione. Leggermente ma continuamente strapiombante, non dà tregua al climber al suo limite di difficoltà. L’attacco è lo stesso della Via dello Spigolo. Servono 12 (dodici) rinvii, ghiere, fettucce/cordini. Inutili friend e dadi. Ottimamente attrezzata.
Tiro 1, 6A+, 35 metri. Percorrere lo spigolo leggermente sulla sinistra su roccia solida ma spesso saponata, fino a traversare (passo di 6A+) sulla destra per raggiungere un terrazzone con comode soste.
Tiro 2, 6A+, 20 metri. La linea prosegue centrale, con una partenza “infame” su strapiombo con rovescione di mano sinistra e allungo su una presa buona per la mano destra (6A+) poi difficoltà abbastanza costante (6A) seguendo il filo dello spigolo per circa 15 metri, uscita leggermente a destra più semplice del tratto inferiore fino ad una sosta appesa su tre fittoni resinati.
Tiro 3, 6A, 25 metri. Seguire il filo dello spigolo tenendosi per qualche metro leggermente sulla destra poi, dopo la prima rinviata, passare sulla sinistra per poi passare nuovamente lo spigolo sulla destra, poi dritti fino alla sosta con ottimi anelli resinati… ma sempre appesi come salami.
Tiro 4, 6B, 35 metri. La linea prosegue sotto lo strapiombo, affrontato in grande esposizione. Il passo non è azzerabile. Si raggiunge quindi una terrazza erbosa, la si attraversa, ed infine superato un diedro si arriva alla sosta finale in cima al pilastro (è la sosta finale della Via dello Spigolo). VARIANTE: per restare sulle difficoltà dei primi tre tiri, si può utilizzare Super Spiderman, un monotiro con nome proprio nato come variante finale della via Spiderman, che si trova circa un metro e mezzo a sinistra della Croce del Sud. Ecco la descrizione: si parte a sinistra dello spigolo, con la finalità di aggirarlo, la parete resta aggettante ma si avanza su appigli buoni (anche se dolorosi… la roccia è tutta buchi e gocce) ed infine si giunge circa sopra lo strapiombo della Croce del Sud, su un terrazzo comodo, e da qui alla sosta finale in cima al pilastro.
VIA SALLUSTI (6A+, 120 metri)
Dalla base della Via dei Camini, spalle al mare, ci si sposta verso sinistra con un traverso di circa quindici metri, fino ad un’ampia terrazza orizzontale. In alto sulla destra è visibile il caratteristico tetto triangolare della via. Servono 12 rinvii (sufficienti 10 a patto di saltare un paio di spit nel terzo tiro), ghiere, fettucce/cordini. Inutili friend e dadi. Ottimamente attrezzata.
Tiro 1, 5C, 30 metri. Delle “soste” presenti sull’ampia terrazza orizzontale quella a destra (2 spit) è la partenza della via: rinviarci, e salire i primi gradoni della via Beatrice, quindi sulla destra (canapone su clessidra) si attacca una paretina che sale in verticale, quindi aggirare sulla destra (un metro) un muretto, e ritornare subito sulla sinistra, fino alla sosta (2 spit) su comoda cengia. La sosta con catena ben visibile un paio di metri a destra è della via Bella senz’anima.
Tiro 2, 6A+, 30 metri. Si sale la parete gialla, sempre bene appigliata, fino al caratteristico tetto, dove c’è il passaggio chiave, ottimamente proteggibile grazie a 3 spit (azzerando, il grado diventa 5C). Il tetto si supera a destra, e si è subito alla sosta (2 spit) su esile cengia.
Tiro 3, 5C, 30 metri. Si sale il diedro-fessura spaccando bene le gambe, e quando questo inizia a restringersi/sparire, si prosegue la salita obliquando nettamente verso destra (fila di spit) andando a puntare i cespugli in cima al filo dello spigolo. La sosta, con catena, è subito dietro i cespugli, e si vede solo all’ultimissimo istante: è la sosta del penultimo tiro della via Bella senz’anima che si segue da qui in poi.
Tiro 4, 5B, 30 metri. In alto leggermente sulla destra è visibile una sosta con catena: il tiro passa per quella sosta, arrivandoci con un percorso logico ed evidente, protetto da fittoni resinati. Arrivati alla sosta con catena, rinviare, e proseguire senza indugio sulla destra: si è in pochi metri alla Via dei Camini, subito sotto gli armi di calata della prima doppia. In un attimo si è fuori e ci si può togliere le scarpette.
Nota: la via Bella senz’anima offre una possibilità di discesa alternativa alle calate in doppia lungo la Via dei Camini, utile quando si vuole raggiunge il settore di vie intorno a Beatrice. Dall’armo di calata della Via dei Camini si scende di un paio di metri e si obliqua a sinistra (spalle al mare) fino alla sosta con catena di cui sopra (prima doppia, 10 metri). Da qui si scende in doppia alla sosta con catena del tiro 3 della Sallusti (che come visto è la sosta del penultimo tiro della via Bella senz’anima; seconda doppia, 20 metri). Da qui si scende in verticale con una doppia alla sosta con catena del terzultimo tiro della via Bella senz’anima (terza doppia, 30 metri). Da qui si scende con un’ultima doppia direttamente alla terrazza di partenza (quarta doppia, 55 metri).
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Le foto, che non necessariamente si riferiscono alla via descritta, si devono tutte alla cortesia di Emiliano Della Bella.