Intervista a Carolyn Carson

Carolyn Carson, coreografa e danzatrice statunitense, classe 1943, in una breve intervista in occasione di un suo recente spettacolo al Teatro San Carlo di Napoli.

Che cosa voleva fare a 13 anni? Scoprire chi non ero.

Se avesse il potere assoluto per un giorno cosa farebbe? Fermerei la guerra e manderei i ragazzi a casa.

Se la sua vita fosse un film chi sarebbe il regista? Buddha.

Cosa c’è di più importante dell’amore? La risposta è nella domanda.

E cosa ha imparato dall’amore? La compassione.

Il vero lusso è… Sapere che un giorno incontreremo tutti la morte, che farà della vita un dono prezioso.

Se le rimanessero 12 ore di vita, cosa farebbe? Chiamerei gli amici, la famiglia, e li prenderei per mano, a formare una catena di gratitudine.

La più grande differenza tra un adulto e un bambino? L’innocenza perduta.

Un posto in cui le piacerebbe andare e perché? Viaggiare con la mente ti porta dappertutto, e senza spese.

Il suo più grande errore? Non ci sono errori, solo lezioni.

Una cosa che voleva e non ha avuto? Noi spesso otteniamo quello che non vogliamo, ma che poi diventa ciò che ci serve. E siamo comunque responsabili delle nostre azioni. Questo è il karma.

Qual è la sua idea di perfetta felicità? Vivere la sofferenza per capire cos’è veramente la felicità.

Se le dico Italia, qual è la prima cosa che le viene in mente? Venezia.

Che cosa la spaventa? La paura è solo frutto della nostra mente.

Tre cose che ama, tre cose che odia. Questa è una visione semplicistica del mondo: o bianco o nero. Ma quando si guardano le cose per ciò che sono, non esiste un’opinione.

19 novembre 2011, la Repubblica – D

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